Villa Benia prende vita dall’idea del Prof. Vincenzo Mastrangeli di creare una struttura per la cura della balbuzie e dei disturbi del linguaggio al motto di “nella pienezza della parola la vera dimensione umana”.
Il progetto prende vita nel 1945 dalla diretta esperienza del suo ideatore che vive e risolve il disturbo della balbuzie prima su sé stesso e poi sugli altri creando un metodo curativo, metodo psicofonico riconosciuto nel ‘49 con Decreto Ministeriale della pubblica istruzione, che in breve tempo avrà risonanza internazionale.
Cardine di questo metodo era creare un’esperienza comunitaria e di gruppo in un contesto sereno tanto che, in uno dei suoi viaggi, il Prof. Mastrangeli vide nelle alture di Rapallo il luogo ideale perché tale progetto prendesse forma.
Nell’arco dell’attività, più di 60.000 giovani affetti da balbuzie, lontani da pressioni, tensioni familiari e sociali, hanno sperimentato a Villa Benia la relazione e la parola. L’ ambiente era strutturato in modo tale da permettere attività con finalità terapeutica e psicologica ed era scenario di momenti catartici per affrontare il disturbo con persone che vivevano lo stesso problema.
Il complesso volutamente organizzato in una vita di comunità oltre agli spazi terapeutici dei giardini, dei saloni e dei piazzali, offriva camere condivise per il pernottamento, sale da pranzo, una grande cucina e un bar che favorivano il metodo curativo e la socializzazione.
Il complesso, quindi prende vita negli anni ‘50 sviluppandosi intorno ad un primo nucleo centrale, l’edificio E, costituito da una tipica casa contadina ligure e dal terreno circostante; da qui gradualmente si è venuto a creare un autentico borgo costituito da un armonioso gruppo di edifici immersi nella natura e nel verde, anche grazie alla progettazione di architetti all’avanguardia come Hoffer, Marvelli, Possa e Ragazzi.